venerdì 23 maggio 2014

QUESTA SERA (VENERDI 23 MAGGIO 2014) ORE 20.30 COMIZIO DI CHIUSURA CAMPAGNA ELETTORALE ELEZIONI EUROPEE IN PIAZZA CAVALLOTTI A CUTROFIANO



QUESTA SERA (VENERDI 23 MAGGIO 2014) ORE 20.30 

COMIZIO DI CHIUSURA CAMPAGNA ELETTORALE 

ELEZIONI EUROPEE IN PIAZZA CAVALLOTTI A 

CUTROFIANO




sabato 1 dicembre 2012

Quelli che non dovevamo partecipare alle primarie…oppure Vendola


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Ho dedicato a tempo pieno le mie giornate alla campagna di Nichi Vendola per le primarie del centro-sinistra. Mi sono allontanato dalla tastiera e ho donato risorse e energie per una battaglia elettorale in cui credevo, in cui abbiamo creduto in tanti, giovani e meno giovani di tutta Italia insieme a altri cinquecentomila. Potrebbe bastare già di per sé questo segnale straordinario nell’età dell’antipolitica (non dimentichiamo il 50% di astensione in Sicilia) per rispondere a chi oggi pretende di spiegarci che abbiamo sbagliato, che sarebbe stato strategicamente più efficace guardare dalla finestra i democratici che si giocavano la partita della leadership del Paese, perché noi non ci sporchiamo le mani con simili volgarità, perché Renzi e Bersani ci avrebbero schiacciato in una morsa.
Potrebbe bastare sì, ma se non basta vale la pena aggiungere qualcosa in più su chi siamo e dove andiamo e sul perché una percentuale più bassa rispetto alle aspettative non deve comportare un cambiamento di percorso. A chi evidenza come il risultato di Vendola sia più o meno lo stesso di quello ottenuto da Bertinotti sette anni fa, vale la pena ricordare che di mezzo si è consumata la scomparsa dalla Sinistra l’Arcobaleno e la rinascita di un soggetto completamente altro dal nucleo di origine. A coloro che non vogliono farsene una ragione, è bene ripetere il concetto: con la fondazione di Sel, il primo partito creato con il dichiarato intento di supere sé stesso, l’età delle due sinistre deve finire. Deve finire l’idea che i massimalisti lavorano per spostare verso sinistra la coperta del governo dei riformisti, che si può praticare la politica come testimonianza di un’alterità impraticabile.
Con le primarie Vendola ha voluto mettere una pietra tombale su tutto questo, ha provato a giocarsi una partita per l’egemonia culturale (lui la chiama vocabolario), che altro non è se non un assalto a quanti, come Matteo Renzi, continuano a scambiare il liberismo con il riformismo. Sapeva e sapevamo benissimo quali erano i rischi e le difficoltà; sono state più volte enunciate, si è riflettuto su come aggirarle, ma a partire dalla convinzione che quelle primarie, che proprio noi abbiamo chiesto per primi, erano la porta stretta dalla quale passare per dare credibilità all’obiettivo ultimo: non il 6% di Sel, non la contrattazione con il Pd (alla quale comunque non ci potremo sottrarre, almeno non a breve termine), ma la costruzione di una forza di governo che si ponga nella geografia europea tra Hollande e Syriza.
Per questo bisogna proseguire con i compagni di strada che hanno votato Bersani alle primarie e dobbiamo interrogarci insieme sulle vere domande che non riguardano la tattica, ma la sostanza della nostra proposta politica. Per quali ragioni Grillo e Renzi sono percepiti come l’alternativa alla casta e come articoliamo in maniera convincente un’idea modernità in risposta alla loro idea di rottamazione? Come salviamo democrazia e diritti dalla crisi? Qual è l’Europa che vogliamo e quale non vogliamo più?
A Bersani occorre ribadire la nostra incompatibilità a soluzioni montiane e a alleanze con Casini o chi per lui, a noi fa bene ricordare gli errori dell’Unione e della nostra presenza in quel governo, ma per trovare risposte e soluzioni, bisogna partire dalle domande giuste.
Alessandro Santagata

mercoledì 14 novembre 2012